mercoledì 20 marzo 2013

L'amicizia come necessità espressiva.

L'uomo è un animale molto differente rispetto agli altri; la sua diversità non scaturisce dall'intelligenza e dalla sua creazione di oggetti utili alla propria vita, ma bensì da quel bisogno primordiale di comunicazione che gia i primi esseri umani avevano dimostrato disegnando azioni di caccia sulle pareti delle caverne. Insomma, la creazione di un linguaggio verbale ed emotivo ci ha permesso di relazionarci con i nostri simili e di evolverci.
Nella vita di tutti i giorni infatti, l'uomo cerca relazioni, e tanto queste sono più affettive ed importanti, tanto più producono emotività e quindi più felicità. Oltre all'ambiente familiare però, è tipico stringere rapporti d'amicizia anche molto importanti, soprattutto in giovane età, quando si cerca l'indipendenza dalla propria famiglia. Risulta ovvio quindi che questo sentimento viene ampliato tantissimo nelle relazioni di lunga durata e delle quali non si riescono più a contare gli anni passati dal primo incontro, proprio come cantava Guccini  nella Canzone per Piero: "Mio vecchio amico di giorni e pensieri, da quanto tempo che ci conosciamo, venticinque anni son tanti e diciamo un p' retorici che sembra ieri"; insomma, nei rapporti stretti sin dalla prima infanzia, in cui si si arriva addirittura a conoscere i pensieri e i fini delle azioni di una persona.
L'amico, quello vero, è una fonte di condivisione continua d'informazioni, di emozioni e di allegria, senza la quale probabilmente la nostra vita risulterebbe noiosa, o perlomeno non tanto rosea.
Arrivati a questo punto, è interessante presentare una frase di Archita di Taranto citata da Cicerone nel De Amicitia: "Se un uomo salisse in cielo e contemplasse la natura dell'universo e la bellezza degli astri, la meraviglia di tale visione non gli darebbe la gioia più intensa, come dovrebbe, ma quasi un dispiacere, perchè non avrebbe nessuno a cui comunicarla."
Se è vero che l'arte è fatta di emozioni, ciò che ne scaturisce è che l'amicizia è ovviamente una forte fonte d'ispirazione per quelle persone che hanno uno spiccato senso artistico, e questo tipo di legame può essere descritto attraverso una melodia, una poesia e attraverso tutto ciò che può essere considerato arte.
Quest'ultima quindi diviene non il prodotto, ma il mezzo con il quale l'amicizia viene espressa, e quindi avrà un valore infinito per le persone unite da questo tipo di legame.
Concludendo, la comunicazione che genera l'amicizia ha un valore inestimabile, senza la quale gran parte della nostra necessità espressiva non verrebbe colmata e senza la quale perciò non potrebbe esistere la felicità per come la si intende oggi.

Luca Martis

sabato 16 marzo 2013

Non lasciate che restino solo delle belle parole


La notizia odierna è l'elezione di Laura Boldrini, esponente politico del Partito Democratico, come presidentessa della Camera dei Deputati. Sta già spopolando in rete il discorso della Boldrini, sottolineato da tanti bei commenti e, nel video stesso, da tanti applausi. Effettivamente il discorso è di quelli che tocca il cuore. Ricorda come un tempo il Parlamento italiano ci abbia liberato dal Fascismo, stilando una gran bella Costituzione. Ricordando le vittime della mafia, la violenza sulle donne, la situazione delle carceri, il dramma della povertà e tanti altri punti che hanno portato l'Italia allo stato attuale. Belle le parole anche sull'Unione Europea e la Chiesa Cattolica, che comunque non mi trova d'accordo per altre ragioni. Una frase su tutte mi ha colpito: "Dovremo ingaggiare una battaglia vera contro la povertà e non contro i poveri". Un'affermazione forte e che non rispecchia affatto l'operato del Parlamento negli ultimi vent'anni. Ed è proprio questo che vogliamo. Discutibili anche le affermazioni che il suo predecessore, Gianfranco Fini, abbia "svolto con responsabilità la sua funzione istituzionale" e che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, definito "custode rigoroso dell'unità del paese e dei valori della Costituzione Repubblicana" quando in realtà non ha fatto altro che firmare tutte le leggi che ci hanno portato all'attuale stato disastrato del nostro Paese. Insomma il discorso fila, e la neo presidentessa dice cose vere e giuste intramezzate da affermazioni di facciata alquanto discutibili. Ma alcuni punti ci trovano in totale accordo. Abbiamo bisogno veramente che gli ultimi vengano tutelati, abbiamo bisogno veramente che nessuno si deve sentire perso o abbandonato dalle istituzioni, come è accaduto puntualmente negli ultimi vent'anni. La richiesta che io, e sicuramente tutto il popolo si fa è che questo discorso non resti solo un discorso, ma che diventi il mantra del nuovo Parlamento, che sarà chiamato a raccogliere i cocci di un paese distrutto, nella speranza che non si sbranino le poche briciole rimaste nel piatto, ma che provino a racimolarle per sfamare un paese di vacche magre. Per favore signora Boldrini, al di la di tutte le fedi politiche, faccia in modo che non restino solo delle belle parole. In caso ve le siate perse, vi lasciamo al discorso integrale della neo presidentessa della Camera dei Deputati, Laura Boldrini.
Gianluca Caboni

mercoledì 6 marzo 2013

Sull'onda della storia: la morte di Hugo Chavez.

Ultimamente mi sorprende tanto il fatto di avere la consapevolezza di vivere situazioni, momenti ed eventi molto significativi per la storia del genere umano; forse ciò è dato dalla mia giovane età, che permette di stupirmi ancora per avvenimenti importanti, insomma, sento come la storia, la nostra storia, sta avvenendo e ci sta passando sopra, e noi lì, che la osserviamo a volte attoniti, altre volte gioiosi e altre volte ancora stupefatti, senza mai intervenire. Sicuramente molti di voi ignorano la portata dell'evento che è accaduto, ed infatti questo post ha l'obbiettivo di farvi pensare. Hugo Chavez, presidente dal 1999 del Venezuela, è morto il 5 Marzo 2013 a 58 anni, perdendo una battaglia contro il cancro che proseguiva da ben due anni. Tante sono le teorie, tra le quali spicca quella di Nicolas Maduro, vicepresidente del Venezuela, che accusa gli Stati Uniti di aver complottato e di averlo avvelenato, affermando che i nemici della patria vogliono distruggere la democrazia per destabilizzare a livello globale il Venezuela.  
Per avere un immagine completa di questo personaggio, e quindi capire il perchè questo evento è di portata storica e mondiale, bisogna parlare di ciò che ha fatto e delle sue idee, assolutamente anti-imperialiste, che hanno caratterizzato la politica del Venezuela dal 1999 sino ad oggi. Basti pensare che subito dopo esser stato eletto per la prima volta, indisse il primo referendum della storia del Venezuela, proponendo la creazione di una nuova costituzione; i voti a favore furono dell'80% e i punti più salienti vi furono l'attenzione per i diritti umani, il passaggio ad una "Democrazia Participativa y Protagónica" e l'istituzione del referendum revocatorio per tutte le cariche pubbliche. Gia da quell'anno il Venezuela era una Repubblica più democratica della nostra, non trovate? 
Oltre alla politica interna, di stampo socialista ( definito Socialismo del XXI secolo ), è bene incentrarsi sull'importanza della politica estera e delle relazioni internazionali  che Chavez ha curato in questi anni. Di fatti, è stato uno dei pochi presidenti che è andato contro l'imperialismo statunitense e le prerogative economiche che gli U.S.A. pretendevano dal Venezuela, ha riconosciuto lo stato della Palestina denunciando i crimini che Israele ha commesso contro i Palestinesi, ed inoltre la sua politica di anti-globalizzazione e di anti-capitalismo ha attirato innumerevoli nemici, che vanno dalle lobby più potenti ai Paesi ricchi d'Occidente. Da ciò si può ben capire il perchè la stampa mondiale lo definisce un dittatore ed un censore, facendoci pensare ad un presidente pseudo-stalinista, quando in realtà non è assolutamente così! Insomma, Hugo Chavez può essere posto in quella schiera di uomini, proprio come Salvador Allende in Cile, che hanno difeso il popolo dai poteri occulti e da quell'elitè finanziaria che oramai controlla le politiche economiche dei Paesi. A me piace ricordarlo con una frase detta da lui durante un vertice sul clima a Copenhagen: "Non ci sono dubbi che siano giovani preoccupati, e credo che abbiano una ragione più di noi per essere preoccupati del futuro del mondo. Noi abbiamo il sole dietro le spalle, ma loro hanno il sole in fronte...". 
Hasta siempre, Chavez.

Luca Martis



lunedì 4 marzo 2013

A passo coi tempi


Il mondo corre, la tecnologia corre, la comunicazione corre, l'informazione corre e noi passeggiamo. Tra le tante cause del nostro declino, nostro inteso come Italia, c'è sicuramente un sistema decisamente datato. Per quanto la nostra beneamata Costituzioni risulti ancora un ottimo documento, di un' attualità disarmante, forse è giunta l'ora di una rivisitazione. Il mondo in questi 65 anni è cambiato, è cambiato il modo di pensare, il modo di vivere e il modo di relazionarsi con gli altri. Ma il problema, a dirla tutta, non è proprio della Costituzione. Infatti praticamente tutto il sistema italiano è incredibilmente antiquato. Il sistema elettorale, il sistema scolastico, le leggi sulle intercettazioni, le leggi sulle droghe leggere, sugli psicofarmaci, sull'aborto, sui finanziamenti, sulla tutela della ricerca scientifica, il codice penale e il codice civile risultano tutti quanti belli che sorpassati. La tecnologia e le scoperte scientifiche corrono alla velocità della luce e noi siamo al bar a berci un buon bicchiere di vino. Non ci sappiamo adattare. Eravamo e siamo un paese di persone brillanti e intelligenti, con un numero di professori e studiosi eccelsi nei propri campi, da far invidia a mezzo mondo, eppure il potere di legiferare viene affidato a persone che, a mala pena, rasentano l'italiano. Siamo incatenati ancora a concetti che potevano essere concepiti solo nella prima parte del secolo scorso. Concetti che, per quanto fossero partoriti dalle menti più brillanti di allora, al giorno d'oggi possono rivelarsi assolutamente sbagliati. Il concetto poco chiaro a questa nazione e che per avere il progresso ci vuole cultura, va migliorato il sistema scolastico, va incentivato lo studio, va aumentata la soglia della scuola dell'obbligo. Andrebbe aumentata la maggiore età visto che, la maturità sociale e intellettiva, al giorno d'oggi, viene raggiunta decisamente più tardi di quanto non venisse raggiunta nel secolo scorso. Va rivisto il sistema universitario, che grazie al sistema dei crediti attuale sembra più una raccolta di figurine che non dei corsi di laurea. Andrebbero riviste le leggi sull'aborto, sulle droghe leggere e della sperimentazione sulle cellule staminali, dettate da un Italia, all'epoca, bigotta e schiavizzata da una Chiesa che, attualmente, è sempre più in declino. Andrebbe messo un limite di età per tutte le cariche politiche, è impensabile che un gruppo di anziani che dovrebbero godersi la pensione, ancora alla veneranda età di 80 e passa anni debba ancora decidere il futuro di un Italia che non vedranno mai. Queste persone hanno troppi pochi interessi nei confronti del progresso della Nazione. Visto anche il momento di ingovernabilità attuale perché non mettersi tutti d'accordo, per il bene dell'Italia, e riscrivere tutto da cima a fondo? Dateci giovani tecnici che hanno ancora interesse a migliorare la nazione e non banchieri avidi che curano interessi non nostri, dateci parlamentari che abbiamo almeno una laurea, dateci persone competenti per il nostro futuro. Dateci anche più approfondimenti culturali e meno Grande Fratello. Dateci più marijuana e meno psicofarmaci. Dateci più borse di studio e meno tasse scolastiche. Dateci più professori e docenti con voglia di trasmettere qualcosa e meno vecchi incartapecoriti che seguono metodi antiquati e assolutamente controproduttivi. Dateci meno matrimoni e più coppie di fatto. Dateci meno avvocati, meno burocrazia, meno leggi incomprensibili e più chiarezza. Anche se sarebbe decisamente più corretto dire diamoci, e non dateci.


"Il futuro verrà da se, il progresso no" (Poul Henningsen)

Gianluca Caboni



martedì 26 febbraio 2013

Salotto intellettuale: Ungaretti.

Giuseppe Ungaretti (1888 - 1970) è forse il più famoso poeta e scrittore italiano del primo Novecento e del periodo caratterizzato dalle guerre mondiali. Studiato in tutte le scuole d'Italia, Ungaretti è autore di poesie come Fratelli, Soldati o ancora Mattina; la sua poetica si afferma con la rielaborazione il messaggio formale dei simbolisti (e specialmente dei versi spezzati dei Calligrames di Apollinaire) e la coniugazione con esso del male e della morte che si provano in guerra. La sua volontà di ricercare la pace nell'universo è analoga al suo desiderio di fraternità con il resto del mondo. Nel video che sto per proporvi, tratto da "Comizi d'amore" di Pier Paolo Pasolini, e dal quale ho tratto un altro video soggetto al post Salotto intellettuale: Moravia., Ungaretti ci parla del suo pensiero sulla normalità e la anormalità sessuale, che come ben vedrete, potrà essere esteso a tutti i campi. Il poeta arriva a sostenere che "tutti gli uomini sono a loro modo anormali" poichè l'atto di civiltà è di per se un atto contro natura.

mercoledì 20 febbraio 2013

Siamo nelle mani di fantasmi

Negli altri stati le cariche politiche si dimettono perché copiarono una tesi o perché non pagarono una multa. Qui in Italia, un candidato premier si inventa di sana pianta buona parte del suo curriculum come candidato alle politiche, inventandosi un Master preso all'università di Chicago, e sembrerebbe non avere nemmeno le due lauree. "Ho fatto giusto qualche esame di legge" questo il virgolettato del fondatore di "Fermare il Declino", il partito con la quale aveva intenzione di candidarsi. Ha detto che è pronto a farsi da parte eventualmente. Eventualmente? Ogni persona dotata di un minimo di pudore e buon senso probabilmente si sarebbe sotterrata all'istante consegnando le dimissioni da ogni carica che ricopre come quelle di editorialista e radiofonico. Questa persona deve sparire nel nulla ma non deve finire nel dimenticatoio. Dovrebbe essere il monito di come le persone che ambiscono a governarci non sono altro che impostori con un passato fantasma, falso e mai esistito. E ancora una volta gli elettori non hanno avuto la reazione che mi aspettavo. Ma quelli che fino a ieri sera avrebbero votato FID non si sentono presi in giro? Queste sono le cose che ti fanno perdere la poca fiducia che, ormai, riponiamo nei politici. Chissà quanti come Giannino, se non si era capito stavamo parlando di lui, hanno titoli fantasma, curriculum falsi e riconoscimenti completamente inventati. Eppure la politica dovrebbe fondarsi su un rapporto di fiducia tra rappresentati (noi elettori comuni) e rappresentanti (i politici). Ora mi chiedo, come fate ad avere fiducia in persone così? 


Gianluca Caboni

martedì 12 febbraio 2013

Dall'altra parte dell'Ionio


La Grecia è al collasso. La notizia è di oggi, non sono riusciti a coprirla e qualcuno è risuscita a portarcela. Dall'altra parte del mar Ionio è finita la guerra civile, ora le bande organizzate rapinano banche e supermercati con la complicità dei cassieri e dei dipendenti. Si spartiscono i bottini con la popolazione e i distributori delle grandi imprese distribuiscono i prodotti destinati alla grande distribuzione tra ospedali e scuole. Eppure qui da noi non se ne parla, l'opinione pubblica è stata abilmente distratta dalle casuali, e quantomeno sospette, dimissioni di papa Benedetto XVI o interi telegiornali incentrati sul solito scambio di battute tra coalizione di sinistra e coalizione di destra. Sembra anche una cosa logica, se vi facessero vedere il futuro attraverso una televisione, un futuro tetro come quello alla quale stiamo andando incontro, un futuro che per la Grecia è un presente, si scatenerebbe il panico. Ma chiudere il recinto quando i buoi sono scappati è inutile, e il processo è già partito. Il tempo stringe e l'ultima possibilità per evitare il collasso si sta presentando tra meno di due settimane. Non ci sarà un secondo appello per l'Italia. In Grecia l'hanno capito da quando sono arrivati quelli di Amnesty International, un organizzazione NON GOVERNATIVA, quindi che tutela i diritti di non si sa bene chi, ad aprire inchieste e a denunciare i poliziotti che, stanchi quanto i comuni cittadini, non sono intervenuti mentre il popolo affamato si organizzava per non morire di fame. Denunciati a chi? Alla commissione diritti e giustizia dell'Unione Europea e a chi sennò, commissione che a quanto pare ha l'ultima parola sui diritti dei cittadini di uno stato libero che ha solo adottato una moneta per facilitare gli scambi internazionali. Non è terrorismo psicologico, non stiamo diffondendo il panico. Dobbiamo diffondere la verità, tanto spaventati e nel panico ci siamo già tutti. L'ultimo appello si avvicina e non possiamo permetterci di sbagliare o di assentarci sennò qua sarà veramente il caso di fare due biglietti aerei e scappare.

Gianluca Caboni



domenica 10 febbraio 2013

Ragione e Coscienza come ricchezza immensa.

"[...] e considerando quello che è il mondo di oggi, con tutte le sue miserie, i suoi conflitti, le sua sconcertante brutalità, le sue aggressioni e così via... L'uomo è ancora com'era in passato. È ancora brutale, violento, aggressivo, avido, competitivo. Ed ha costruito una società basandosi su questi principi.[...]"
Questa frase, pronunciata dal filosofo apolide Jiddu Krishnamurti, ci comunica qualche cosa di terribilmente vero. Di fatti, se ci si ragiona un po' su, si arriva alla conclusione che questa società non è malata, non è affetta da un virus che ha contratto in un momento determinato della storia, no; bensì è nata così! Sembra però che in questo periodo di crisi, non solo economica ma anche delle coscienze, quest'aspetto si sia fatto più rilevante, più forte, tanto che tutti percepiamo il degrado e la mancanza di buon senso e cultura; nessuno si fida più del suo prossimo, la criminalità è a livelli altissimi e i suicidi sono all'ordine del giorno, insomma, questo periodo è caratterizzato dalla follia. Una sorta di neo-decadentismo inonda la nostra società, e purtroppo non si tratta di alcun movimento artistico relazionato al superomismo D'Annunziano o al "fanciullino" di Pascoli. Il problema di fondo qual è? E' la società capitalista che ha diffuso questo senso di follia? No, anche se il sistema di cui attualmente facciamo parte porta i suoi enormi problemi all'uomo comune, possiamo benissimo riscontrare problematiche simili, o addirittura peggiori, in altri tipi di sistema, come quello comunistafascista. E' evidente ora che i diversi tipi di società e/o sistema realizzati sino ad ora dall'uomo sono il frutto, le varie conseguenze, di questa follia generalizzata; infatti, se si analizzano le varie epoche storiche, mai e poi mai un popolo è stato pienamente coerente, rispettoso verso se stesso e onesto. Molti dicono che l'indole umana è negativa, che l'uomo è portato a compiere certe azioni per natura, ma questo discorso non è solo non credibile, ma addirittura molto superficiale, dando una giustificazione troppo banale al problema, non trovate? Perciò è più saggio pensare che l'uomo, dal momento in cui si è civilizzato, è stato educato sempre in una certa maniera, con dottrine e dogmi che evidentemente portano alla sua involuzione, ed è anche per questo che crediamo che questo tipo cultura e questo tipo società siano le uniche sostenibili per l'uomo civilizzato e progredito. Nel film Waking Life, Louis Mackey, oltre a dire che non si sono mai sviluppati i valori più importanti, si chiede "quali sono le barriere che impediscono all'essere umano di arrivare perlomeno vicino al suo vero potenziale?" sostenendo che la risposta sta nello stabilire la caratteristica universale più comune, ovvero la paura o la pigrizia.
Le persone, oggi come non mai, dovrebbero aprire la mente, e cercare di capire individualmente quali barriere sono da abbattere, ragionando coscientemente e annientando così il conformismo di massa che caratterizza la nostra epoca, e l'educazione millenaria di cui si parlava prima. Ogni uomo, inoltre, dovrebbe farsi carico delle idee a cui è arrivato e sostenerle come fossero la cosa più preziosa che egli stesso possiede. La ragione è la cosa più importante per un uomo. La frase di Krishnamurti sopracitata finisce così:
"Quello che stiamo cercando in tutte queste discussioni qui è di vedere se noi possiamo radicalmente portare ad una trasformazione della mente. Non accettare le cose per quello che sono, ma per capirle, per esaminarle, dai l’anima e la tua mente per tutto quello che  dovete scoprire. Un modo di vivere differente. Ma, che dipende da te e non da altri. Perchè qui non ci sono insegnanti, né allievi, non c’è alcun leader, né guru, non ci sono maestri, né salvatori. Tu stesso sei l'insegnante, e l'allievo, tu sei il maestro, il guru, tu sei il leader, tu sei tutto!E capire significa trasformare quello che è." 

Luca Martis

mercoledì 6 febbraio 2013

Salotto intellettuale: Moravia.

Alberto Moravia ( 1907- 1990) è stato uno dei più importanti romanzieri del XX secolo. Autore di romanzi quali Gli Indifferenti, Il Conformista e La Noia, la sua caratteristica era quella di rappresentare la realtà, un pò come lo scopo di questo blog, e di indagare le patologie delle classi sociali, descrivendo il tutto con grande oggettività. In questo video che propongo, Pasolini intervista Moravia sullo scandalizzarsi difronte a certe tematiche e/o problematiche, arrivando alla conclusione che il fenomeno dello scandalizzarsi è un derivato, una conseguenza, del conformismo. L'ambiente è palesemente intellettuale ed è incredibile come da 3:03 minuti di video si possa ascoltare una discussione di questa portata e fare un salto culturale non indifferente. "Una credenza che sia stata conquistata con l'uso della ragione e con un esatto esame della realtà, è abbastanza elastica da non scandalizzarsi mai, se invece una credenza è ricevuta senza un'analisi seria delle ragioni cui è stata ricevuta, accettata per tradizione, per pigrizia, per educazione passiva, è conformismo." , è bene rifletterci su questa citazione di Moravia estrapolata proprio dall'intervista proposta. Perchè non usare la ragione e farsi dominare dall'istinto?

Luca Martis






Comunque vada a finire...


In caso qualcuno non se ne fosse ancora accorto, le prossime elezioni saranno il crocevia del paese. Siamo nel buio più totale. E i sondaggi ancora una volta ci condannano. La situazione è incredibilmente delicata, e ancora una volta non si sa dove sbattere la testa. Il futuro è più vicino di quello che si può pensare. Ma non tutti se ne rendono conto. Se le elezioni verranno determinate da l'acquisto di un calciatore, da un siparietto comico intelevisione o semplicemente da un “voto lui perché è meno peggio dell’altro”, allora avremmo l’ennesima prova che ci meritiamo questa crisi infinita. Se vinceranno ancora i vampiri che da decenni succhiano il nostro sangue comodamente seduti nelle poltrone del parlamento, sarà perché i giovani votano ancora oggi quello che dice papà, vorrà dire che ancora una volta la controinformazione vera avrà vinto, vorrà dire che ancora la gente da retta a un link su facebook, vorrà dire che ancora la gente crede alle promesse di lavoro impossibili da mantenere in questa situazione economica. Vorrà dire che le persone hanno gli occhi foderati da fette di prosciutto.  Siamo li, che passeggiamo sul bordo dell’abisso. Non sappiamo cosa fare, come fare o chi votare, e nonostante tutto c’è ancora gente che se ne frega altamente di tutto. Vada come vada, queste elezioni saranno l’esame di maturità di questo paese, se vinceranno ancora loro vorrà dire che non siamo un paese ancora maturo, se ci ostineremo ancora una volta a fidarci delle fesserie che ci hanno già promesso e che già non hanno mantenuto una volta vorrà dire che questa situazione, questa crisi infinita è esattamente ciò che ci meritiamo. 

Gianluca Caboni -



martedì 5 febbraio 2013

Ridateci il paese, non l'Imu


Abbiamo già detto che non ci schiereremo, e soprattutto certe promesse elettorali non hanno proprio bisogno di commento, ma voglio prendere spunto da queste ultime dichiarazioni del leader della coalizione di centrodestra per sottolineare quello che davvero dovrebbero restituirci. Non è un elenco lungo, tre punti che farebbero tanto bene al Belpaese.
  1. La sovranità monetaria: sicuramente il punto più tecnico e meno “romantico” dei tre. Quello più reale che porterebbe benefici immediati e tangibili alla nazione. L’Euro è stata la rovina degli stati più deboli dell’unione europea (scritta volutamente minuscolo) come noi, la Grecia e la Spagna. Dare il potere monetario a una banca, privata, e nella quale è impossibile mettere parola a nome dello Stato Italiano è stata una follia. L’Italia è libera solo di comprare moneta a tassi di interesse che non saranno mai colmati (vedi “Signoraggio Bancario”).
  2. La verità: almeno questa dovremmo averla sempre, è vergognosa solo doverla chiedere. Eppure è li, a portata di tutti. Perché un candidato premier non prende e a un dibattito televisivo espone la realtà? Molto semplice, prende e dice che siamo schiavi dell’Europa, della Banca Centrale, che ci sono interessi molto più alti da tutelare. Basterebbe dire ufficialmente da chi sono finanziati alcuni partiti, chi è a capo di certi candidati leader e sarebbe un enorme passo avanti.
  3. La dignità: siamo un paese a pezzi, e la nostra bellissima quanto calpestata Costituzione ce la garantisce. Siamo ai minimi storici, stiamo grattando per bene il fondo del barile. Ma tra non molto, meno di quel pensate, non ci basterà neppure far quello. Ma la dignità è un punto che dovremmo anche provare a riprenderci, perché ogni anno ci promettono ricchezza e prosperità, e ogni anno non si vede altro che povertà e tristezza.

Non prometteteci cose che non potete mantenere, e soprattutto non credere alle promesse irrealizzabili, informatevi, certe promesse non stanno ne in cielo ne in terra, parliamoci chiaro, se non lo sapeste già, i soldi della vostra IMU sono già finiti nelle casse della Monte Paschi Siena. Ma questa è un'altra storia. Ridateci il paese. Ridateci le scelte. Ridateci l’Italia.

Gianluca Caboni - @GianluCabon


sabato 2 febbraio 2013

L'infinita ipocrisia d'Israele.

27 Gennaio 1945. Le truppe sovietiche dell'Armata Rossa liberarono gli ultimi superstiti rimasti del campo di concentramento di Auschwitz e sarà solo il primo di una lunga serie di campi in cui orrore e disumanità verranno a presentarsi davanti agli occhi dei soldati liberatori. Si stima che siano stati sterminati circa sei milioni di ebrei durante il periodo della Germania nazista.
15 maggio 1948. Nacque lo Stato d'Israele, ufficializzato dall'ONU. Le truppe britanniche abbandonarono i territori che occupavano. Lo stesso giorno Egitto, Siria, Libano, Iraq e Transgiordania attaccarono il neonato stato, offensiva bloccata dall'esercito israeliano; vennero distrutti centinaia di villaggi palestinesi che causò un esodo degli abitanti.
 Una volta finita la guerra araba, gli esodi palestinesi, che ancora prima della nascita d'Israele abitavano quei territori, cercarono di tornare nella loro terra invano, dato che il loro rientro fu impedito da Israele. Si pensi solamente che lo stato sionista, oltre ad aver ampliato i propri confini definiti, occupa attualmente i territori (Cisgiordania e Gaza) conquistati durante la guerra del 1966 e definite occupazioni militari temporanee, che dopo 40 anni appaiono definitive e ingiuste. Ancora oggi, la convivenza tra Palestinesi occupati e Israeliani occupanti non è del tutto equilibrata anzi, è sede di profondi squilibri sociali, economici e militari. In pratica i Palestinesi vivono una situazione di repressione, di violenza e di controllo totalmente ingiustificata.
Come può essere che un popolo così tanto perseguitato nella storia come quello ebreo, possa commettere crimini bellici e attui una politica di dominazione verso questi popoli che altro non vogliono che vivere nella terra che abitavano? Come si può giustificare un comportamento del genere? Norman Finkelstein non si contiene in un convegno all'Università di Waterloo, e paragona l'atteggiamento d'Israele nei confronti dei Palestinesi a quello che la Germania nazista aveva nei confronti degli ebrei, precisando che è proprio grazie all'insegnamenti dei suoi genitori (morti tutti e due nei campi di concentramento nazisti) se non rimarrà in silenzio "mentre Israele commette i suoi crimini contro i Palestinesi". 
 Molti si chiedono se l'uomo sarà ancora in grado di creare regimi di terrore come quello Nazista e Fascista. La mia modesta risposta è SI, dato che non ci rendiamo conto neanche dei crimini che vengono commessi sotto i nostri stessi occhi e che allegramente snobbiamo perchè non attinenti con la morale e/o con il pensiero comune.

Luca Martis

giovedì 31 gennaio 2013

Inps: Pronto furto da 10 miliardi

La notizia è di questi giorni, è sta passando un po’ inosservata perché la nazione è distratta su fatti ben più interessanti quali l’arresto di Fabrizio Corona e l’acquisto da parte del Milan di Mario Balotelli. Eppure ben 10 miliardi di euro di contributi stanno per finire dritti nelle tasche dell’Inps. Ebbene si, ma guarda un po’, 10 miliardi di euro in un periodo di crisi profondissima faranno il magico passaggio dalle tasche nostre alle tasche loro. Come? Oh mio Dio, come è possibile, è una cosa vergognosa. È un furto, è illegale! Niente di illegale purtroppo. In virtù della riforma partorita dalla mente brillante del ministro Elsa Fornero, i diritti acquisiti verranno completamente ignorati. Cosa vuol dire? Vuol dire che gli anni di contributi necessari per ottenere la pensione sono passati da 15 a 20 in seguito a questa riforma, e coloro che rientravano nella legge precedente, che prevedeva appunto 15 anni, si sono ritrovati nel mezzo. Ora queste persone si trovano davanti a una scelta abbastanza complicata: continuare a lavorare per altri 5 anni o perdere completamente i fondi versati. Ovviamente le categorie che conteranno tra le loro fila i cosiddetti contribuenti silenti colpito saranno quelle degli ex lavoratori autonomi, lavoratori stagionali, precari, la classe lavorativa femminile, e i professionisti con una vita lavorativa abbastanza irregolare. La campagna elettorale impazza e tutti iniziano a promettere un diritto di restituzione dei contributi versati, ma il presidente dell’Inps ha dichiarato che in caso di restituzione l’intera istituzione Inps rischia il default. Insomma la situazione è decisamente spinosa, e anche stavolta la sensazione è che comunque andrà a finire, i danneggiati saranno solo i contribuenti. 
Gianluca Caboni - @GianluCabon

martedì 29 gennaio 2013

Cosa stiamo aspettando?


L’Italia è in caduta libera. Sono tempi bui, tra i più bui della nostra storia. Eppure l’immobilismo continua ancora a regnare sovrano. Siamo alle soglie di nuove elezioni politiche che propongono per l’ennesima volta due coalizioni che non sono altro che un accozzaglia di vecchi politici corrotti. Ma, come abbiamo già detto, non andare a votare non è una soluzione. Anzi, per quanto inutile potrà essere, una massiccia partecipazione alle elezione potrebbe essere la scintilla giusta. Dobbiamo dimostrare che il futuro della nostra nazione ci interessa. Cosa sarebbero i politici senza il popolo? È questo il concetto che non è chiaro a tutti. Frasi del tipo “Non voto, tanto fanno quello che vogliono” dovrebbero farci accapponare la pelle. Fanno quello che vogliono?! Lo fanno perché noi glielo lasciamo fare, molto semplice. Purtroppo il diritto e l’educazione civica nelle scuole non sono materie obbligatorie per tutti gli indirizzi perché sennò tutti quanti saprebbero che la classe politica, il governo, il parlamento e il presidente della repubblica (volutamente scritti in minuscolo) rispondono direttamente ai cittadini che esercitano questo potere attraverso il diritto di voto. Un diritto di voto per la quale i nostri nonni hanno combattuto e sono morti perché noi andassimo a votare, eppure noi sputiamo sui caduti per i nostri diritti ogni giorno. Ogni volta che preferiamo starcene a letto piuttosto che andare a manifestare in piazza sputiamo sulla memoria di chi è morto per i nostri diritti. La società moderna ha ucciso l’altruismo, siamo un popolo egoista e minimalista oltre l’inimmaginabile. Nessuno al giorno d’oggi è pronto a combattere per un ideale, combattere per la libertà. Siamo solo bravi a lamentarci sui social network. Il futuro è, e sempre sarà solo una conseguenza del presente. Prendiamo le cose buone dal passato e cambiamo il presente per avere un futuro migliore. Se il presente è buio e nessuno prova ad accendere la luce, il futuro non si prospetta di certo più luminoso. 

Gianluca Caboni - @GianluCabon

Espressività dimenticata.

Molto spesso, l'arte del parlare col corpo, e quindi il mimo, viene sottovalutata e ritenuta di secondo livello... ma non è assolutamente così. L'arte, essendo comunicazione astratta, può manifestarsi pienamente anche in questo tipo di espressione visiva; e proprio come un quadro di Picasso può comunicarci tutta la disperazione della guerra civile spagnola, anche l'arte del mimo può darci delle emozioni molto forti se si raggiunge il livello di sensibilità giusto.
Marcel Marceau (1923 - 2007) è stato una grande manifestazione di quest'arte, fortemente conosciuto anche per il fatto di aver inventato il famoso passo "Moonwalk", perfezionato poi dal cantante Michael Jackson. Attraverso il video che vi proporrò, in cui sono presenti vari sketch dell'attore, si può percepire quanto il corpo possa essere espressivo, quanto gli occhi possano trasmettere le varie sensazioni più particolari: disperazione, tristezza, ma anche felicità e senso di ironia. Insomma, si conferma che il mimo è un arte a 360 gradi!

 Luca Martis

domenica 27 gennaio 2013

Ridere fa bene!


Si sa, durante questi periodi di crisi, in cui sembra che tutto vada a rotoli ed in cui non si ha più fiducia in nessuno, una sana risata fa sempre bene. E quale risata è migliore di una fatta con un comico all'antica? George Carlin (1937-2008) è uno di quelli. Un comico che critica vari argomenti, anche tabù, sempre con quella comicità e quella gestualità che non verranno mai dimenticate. Il video che segue è un estratto dello show "Jamming in New York" ed è veramente esilarante; il suo fine è quello di accomunare tutte le persone descrivendo momenti e azioni imbarazzanti che tutti viviamo o facciamo, ma delle quali tacciamo perché proviamo vergogna.

Luca Martis


sabato 26 gennaio 2013

Barabba non può vincere di nuovo

Tra meno di un mese si andrà alle urne per decidere le sorti di questo stato allo sbando. Infatti il 24 e 25 febbraio del corrente anno ci saranno le nuove elezioni politiche. Secondo i recenti sondaggi si registra un numero di astenuti/indecisi intorno al 21,6% degli aventi diritti al voto. Tendenzialmente noi non crediamo ai sondaggi, ma stavolta basta guardarsi un po' attorno e parlare un po' con le persone per capire che i numeri se non sono quelli, sono molto vicini. Più di un quinto degli aventi diritto al voto non ha intenzione di votare. Chi non si presenterà direttamente ai seggi, chi si presenterà e si farà verbalizzare il voto bianco e chi andrà a pasticciare la scheda con messaggi tanto minatori quanto inutili. Ecco, queste cose sono in cima alle lista delle cose da NON fare in un periodo storico come questo. Lo sappiamo che l'attuale sistema elettorale fa schifo. Lo sappiamo che la maggior parte dei candidati sono vecchi corrotti attaccati alle poltrone. Ma non è con il menefreghismo che le cose cambieranno. Il 24 e il 25 andate a votare, ma attenzione, andate da soli a votare. Per da soli, non intendiamo fisicamente, ma mentalmente. Infatti, è risaputo, una persona scema onesto può fare molti più danni di un intelligente disonesto. Non andate a votare quello che vi dice papà, informatevi. Leggete i punti delle campagne elettorali. Informatevi su chi finanzia i partiti. Informatevi se i candidati di quella lista non abbiano già fatto danni altrove. Controllate se state votando un pregiudicato. Cercate tutti i collegamenti tra i vari partiti. Informatevi. Il voto di una persona informata ha comunque valore unitario, come quello di una persona non informata. Quello che, purtroppo, molta gente non capisce è che le sorti del futuro di questa nazione, e di conseguenza anche il proprio, ha un cruciale crocevia proprio nelle elezioni politiche. Non nascondiamoci dietro le ingiustizie del sistema. Non cerchiamo scuse per non schierarci, che voi votiate o meno, i rappresentati eletti governeranno anche voi. Non dobbiamo lavarci le mani, dobbiamo informarci e andare a votare. Barabba non può vincere di nuovo. 




Gianluca Caboni - @GianluCabon

venerdì 25 gennaio 2013

Manipolati dal neo-fascismo

Si pensa ormai che la libera informazione sia un valore completamente integrato nella società odierna, e che venga ritenuto come uno dei principi indissolubili della democrazia e della libertà. E' difficile trovare la persona che non sappia parlare del disgusto e dell'orrore che si prova verso la manipolazione d'informazioni e verso la propaganda estrema. Insomma, è risaputo che il consenso verso quel tipo di ideologia o quel particolare partito, al giorno d'oggi, non è modellato da nessun tipo di manipolazione paragonabile a quella dell'epoca fascista.
Durante la dittatura di Benito Mussolini, venne attuata una politica estremamente forte per quanto riguarda il consenso da parte delle masse. Il controllo dell'informazione era assicurato da enti come l'Istituto Luce per quanto riguarda il cinema e l'Eiar per quanto riguarda la radio. Inoltre la scuola e il controllo di organizzazioni quali l'Opera nazionale dopolavoro e la Gioventù italiana del littorio, garantivano al regime fascista la sicurezza di avere in mano l'opinione pubblica. Era molto importante anche la censura, legittimata dall'approvazione delle leggi fascistissime, verso i dissidenti che andavano profilandosi in quel periodo. Il caso dello scrittore e drammaturgo Sem Benelli ne è un esempio: dopo la rottura col regime a causa dell'omicidio Matteotti, le sue opere teatrali vennero perseguitate dalla censura fascista.
Tuttavia questa realtà, si rese solo in parte efficace per due motivi:
- gli italiani, una volta saputo che le comunicazioni erano soggette a intercettazioni e che comunque sia vi era un controllo molto stretto, impararono ad aggirare il sistema;  
- le autorità locali usavano questo metodo in maniera molto più docile e con più umanità.

Come in quel tempo si aveva la certezza, o almeno in parte, di essere sotto dittatura, anche oggi si ha la certezza di essere totalmente liberi. Ma, si è davvero certi di questo? No, non si ha la certezza. In fondo sappiamo che tutto ciò che viene trasmesso in televisione, o che è mandato alla radio o che si legge nei giornali sia frutto di propaganda e di controllo volta a fini di terzi, ma ne ignoriamo assolutamente l'importanza. Alla gente non importa se la manipolazione oggi sia più pressante e meno evidente del periodo fascista. La libera informazione sopracitata non ha alcun valore indissolubile per il popolo moderno; l'importante è che in un determinato canale si faccia informazione social-democratica e in un altro quella liberal-conservatrice!
Ma una soluzione c'è sempre. Internet è una fonte di informazioni incredibilmente preziosa se la si usa correttamente. E' neccessario armarsi di coraggio, cercare su internet notizie reali attraverso blog e siti affidabili, verificarne sempre la fonte e soprattutto avere senso critico per tutto.

Luca Martis

giovedì 24 gennaio 2013

Globalizzazione antidemocratica

Tutti ormai sanno che una delle più importanti protagoniste contemporanee è proprio la globalizzazione, grazie alla quale tutto il mondo riesce a comunicare e per la quale tutti i popoli di tutte le nazioni saranno uniti affinchè l'economia mondiale si sviluppi sempre di più, creando un mondo sempre più vivibile e con più benessere per tutti. Nonostante ciò, è sempre meglio chiedersi se questa sia la realtà o una pura immagine idilliaca, frutto dell'immaginazione di qualcuno.
Il mito della globalizzazione è stato propagandato come se fosse l'idea più geniale che i pensatori capitalisti abbiano mai partorito, illudendo inizialmente la popolazione che fosse una cosa benevola e soprattutto necessaria affinchè il mercato si sviluppasse sempre di più in un'ottica mondiale. Ma ciò che differenzia l'illusione dalla verità sta nel fatto che l'illusione non è reale. E' evidente che con questo non si nega il fatto che la globalizzazione non abbia portato benefici e benessere, no, tuttavia è bene mettere in evidenza ciò che ha tolto, che ha portato via non solo a noi ma bensì a tutto il mondo.
Innanzittutto molto sta in mano di pochi, ovvero una parte del globo, l'occidente, ha la maggior parte della ricchezza mondiale e, a sua volta, in occidente un numero esiguo di famiglie possiede tutta la ricchezza del mondo, basti pensare ai banchieri più potenti come i Rothschild o ai Rockefeller, mentre la maggioranza della popolazione è stremata economicamente da quest'ultima crisi in atto. Lo strapotere economico in mano a quest'elitè finanziaria porta, come conseguenza, ad una dittatura del mercato finanziario, che comporta ancora un'importante influenza sull'andamento della politica non solo mondiale, ma anche interna dei singoli Paesi; ciò che ne scaturisce è un'involuzione antidemocratica per quanto riguarda la politica di istituzioni come il Fondo monetario internazionale o la Banca mondiale.
Un altro aspetto ormai lasciato decadere nell'oblio ma comunque sia ancora molto importante è la distruzione delle varie realtà culturali locali, che come ben sappiamo, caratterizzavano tutta la penisola italica. Molto interessante a questo proposito è l'intervista fatta a Pier Paolo Pasolini: egli infatti osserva come il fascismo non abbia effettivamente portato a termine quel processo di omologazione che invece, nel giro di pochi anni, la società moderna, il capitalismo e la globalizzazione ha già portato a termine, distruggendo la tradizione, i valori e le realtà locali.
E' sorprendente il fatto di come certi economisti esaltino questo processo di globalizzazione alla TV, come il caso dell'ex ministro Tremonti, il quale durante una puntata di Annozero, ora Servizio Pubblico, inizialmente pareva titubare sulle modalità di attuazione di questo processo, definendo i pensatori di questa filosofia come dei "pazzi illuminati", ma dopo pochi minuti offrì considerazioni positive per la globalizzazione e spaventosamente antidemocratiche ad un pubblico ancora ignorante sull'argomento. Un metodo simile lo utilizzò anche Mario Monti, del quale si ricordano le numerose partecipazioni al Club Bilderberg e il suo lavoro alla famosa banca Goldman Sachs, quando venne nominato governante d'Italia, pronunciando le fatidiche parole "cessioni di parti di sovranità nazionali", un evento che ancora sconvolge i militanti della sovranità monetaria.
 Il popolo deve rendersi conto che quest'elitè non fa assolutamente i suoi interessi, ma bensì i propri, lanciando un sistema malato e privo di ogni interesse per il bene comune. Il popolo ha il dovere di informarmi realmente sulle politiche mondiali, capire che il fine ultimo della globalizzazione è arrivare ad un sistema di governo mondiale antidemocratico, ed infine ribellarsi.

Luca Martis

mercoledì 23 gennaio 2013

Velluto Blu


Oggi, purtroppo, per impegni scolastici ne io ne il mio socio abbiamo potuto pubblicare un intervento costruttivo sul blog. Siamo dispiaciuto per questo, ma vi assicuriamo che proveremo a scrivere post nella maniera più regolare possibile. Nonostante ciò anche oggi vi lasceremo con una pillola musicale niente male. La canzone di oggi è Blue Velvet, scritta nel 1963 da Bobby Vinton, storico cantautore americano che ottenne il suo successo a cavallo tra gli anni 60' e 70'. Questa è la sua canzone più celebre, anche grazie al suo utilizzo come colonna sonora dell'omonimo film scritto e diretto da David Lynch nel 1986. Nel film si dilettò in una cover l'attrice Isabella Rossellini, allora compagna del regista, durante una scena dentro il locale notturno Slow Club. Ripresa recentemente anche dalla famosa testimonial del noto negozio di abbigliamento H&M, Lana Del Rey, che ha regalato a questa nuova generazione una versione della canzone davvero imperdibile. Nonostante la bellezza di questa nuova versione, quella che vi proponiamo oggi è la versione originale, che, come quasi sempre accade, regala tutte le emozioni che le cover non danno.


Gianluca Caboni - @GianluCabon 


martedì 22 gennaio 2013

Quando l'anima diventa arte

Non sono un fan accanito del cantautore Jeff Buckley, e non so neanche precisamente cosa mi piace della sua musica; forse la sua interpretazione, la sua voce profonda ed incredibile, che potrebbe trasformare la semplice pietra in oro. Particolarmente interessante è la sua versione di Hallelujah in cui sembra spogliarsi della sua veste esteriore e rendere visibile la sua anima. Rispetto alla versione originale di Leonard Cohen, la ritengo migliore dal punto di vista espressivo, poichè trasmette quel senso di tristezza e di profonda malinconia. Il suo essere, la sua essenza, si immedesima con le emozioni a tal punto da diventare un tutt'uno. Ora, godetevi quest'opera d'arte!

Luca Martis



Il posto più pericoloso del mondo


Immaginate una gigantesca piazza, enorme, la piazza più grande che riuscite a immaginare, piena di persone, di tutti i sessi, di tutte le età, alcune mascherate, altre nude. Persone che non conoscete, persone che non avete mai visto. Ecco come sarebbe rappresentato nel mondo reale internet. E la descrizione è molto meno rosea di quanto non abbia appena descritto. Mandereste mai vostro figlio in un posto così? Avete presente quando nei posti affollati i genitori stringono forte le mani dei loro figli per evitare di farli perdere, o che vengano avvicinati da qualche sconosciuto, magari malintenzionato. Ecco in un posto così gliela stringereste sicuramente. Ma quale babysitter, io mio figlio lo lascio al pc e se ne sta buono tutto il giorno. Bambini di nemmeno dieci anni sono regolarmente iscritti al social network per eccellenza, Facebook. Internet di per se è il posto più pericoloso del mondo, e Facebook, essendo la piattaforma sociale più in voga del momento, riflette tutto il male delle ultime generazioni. Iscritti di ogni età, di ogni tipo, con ogni tipo di perversione girano per Facebook. Ora come non mai, il web, è diventato un quartiere malfamato da evitare se non sei abbastanza adulto da capire certi meccanismi. Non è un posto per bambini. Ma sono nati prima i bambini su internet o il traffico di materiale pericoloso in rete? Internet non è un posto per bambini, mi sembra chiaro il concetto. Il materiale pericoloso, che sia di natura violenta, pornografica o in un qualsiasi modo diseducativo, è sempre stato una componente di internet. Le probabilità che un bambino, girovagando per internet, si imbatta in un cadavere mutilato, un transessuale o una decapitazione sono molto più alte di quanto pensate. Fenomeni di cyberbullismo o pedofilia sono sempre più frequenti con l’avanzare del tempo. La gente si ostina, però, a negare l’evidenza. Questo mondo si muove principalmente online, la comunicazione è un arma di distruzione di massa. Come mettere in mano un’automobile a un bambino, l’utilizzo di internet da parte dei minori, risulta essere una scelta incredibilmente poco saggia. Bisogna sapersi muovere, bisogna saper evitare certi posti, bisogna saper visitare quelli giusti. Tutte cose che di sicuro un minore non è in grado di fare, almeno non senza una dovuta istruzione riguardo tale mondo. Stringete forte la mano dei bambini, il posto qui è molto affollato, la  maggior parte della folla è composta da persone poco raccomandabili e, fidatevi sulla parola, ci sono angoli così bui in questa piazza, che voi umani non potete neanche immaginare.

Gianluca  Caboni - @GianluCabon


lunedì 21 gennaio 2013

La scienza marcia del XXI secolo.

Il XXI secolo viene definito come l'era della tecnologia, in cui informatica e scienza giocano un ruolo importantissimo su questa società e progrediscono in una maniera tale che un individuo, nell'arco della sua vita, potrà assistere a dei cambiamenti netti e radicali. Basti pensare che 30 anni fa i telefonini ed i computer, che ora sono elementi quasi indispensabili per un giovane, non esistevano.
Insieme alla tecnologia, anche la scienza progredisce e si sviluppa, grazie all'opera di scienziati che mettono a frutto la loro intelligenza ed il loro ingegno al servizio dell'umanità. E' naturale pensare che fin qui, il tutto può sembrare abbastanza positivo, sino a che non si supera un limite nel quale l'invenzione o la scoperta non diventa nociva per l'umanità stessa, e non ci vuole molto per capire che quel limite è già stato superato da tempo. La corruzione della scienza ormai non è palese solo alle persone che hanno, come si suol dire, il prosciutto negli occhi. Tutto ciò bisognava capirlo già quando la prima bomba nucleare fu sganciata su Hiroshima e Nagasaki per sterminare le persone. Ed ora si creano armi peggiori, più efficaci e quindi più distruttive. Forse nei telegiornali non si parla delle armi batteriologiche, dei droni supersonici pronti ad uccidere migliaia di persone in un colpo solo.
Per non parlare della situazione nel campo energetico, in cui nuovi metodi di fare energia pulita sono letteralmente scartati, boicottati dalle grandi lobby solamente perché non avrebbero reso abbastanza denaro all'investitore, e qui non si parla di pannelli solari o energia eolica, ma bensì di fonti energetiche molto più importanti. Perché non si investono dei soldi sulla fusione fredda o sull'energia magnetica, nonostante abbiano prodotto risultati più che positivi? Ormai è chiaro che il potere sulla scienza non ce l'hanno gli stessi scienziati ma piuttosto le multinazionali, le lobby, insomma i ricchi.
Purtroppo non è risaputo da tutti il caso del genio Nikola Tesla: i suoi progetti di energia pulita e gratuita vennero prima scartati, poi addirittura denigrati dal suo stesso finanziatore, il possessore della famosa banca J.P. Morgan, poiché il popolo non poteva  acquistare semplicemente un'antenna per produrre energia perpetua. Dopo la sua morte, i servizi segreti statunitensi ripulirono la stanza d'albergo dove morì, ed ora i suoi progetti riposano in qualche cassetto del Pentagono...
Il problema di fondo qui è la speculazione, favorire sempre gli individui più ricchi a danno delle masse, come il caso della diffusione, che sfiora l'obbligo, degli O.G.M.
La prima azione per fermare queste persone dovrebbe venire dal popolo, cercare di boicottare ciò di cui l'umanità non ha bisogno, ed ovviamente anche gli scienziati dovrebbero abbandonare gli interessi materiali e scegliere con propria coscienza. Primo Levi scrisse in Covare il cobra: "non nasconderti dietro l'ipocrisia della scienza neutrale: sei abbastanza dotto da saper valutare se dall'uovo che stai covando sguscerà una colomba o un cobra o una chimera o magari nulla".
La scienza dovrebbe riconoscere le proprie colpe e cambiare strada, per costruire un futuro migliore per tutti.

Luca Martis


domenica 20 gennaio 2013

Che cosa rende l'uomo felice?

Nell'epoca del Romanticismo, Giacomo Leopardi sosteneva che l'uomo non può contrastare il suo stato effettivo di infelicità e che solo attraverso l'illusione e l'immaginazione può venir meno a quello stato e assaporare il gusto, almeno per un pò, della felicità. Ma nonostante ciò, nonostante l'arte e nonostante la reale bellezza della vita, l'uomo rimane infelice. Eppure la società moderna garantisce, almeno per quanto riguarda l'occidente, la ricerca della felicità, a cui l'umanità intera auspica, proprio come nel caso della dichiarazione d'indipendenza dei famosi Stati Uniti d'America del 1776, in cui il perseguimento della felicità è considerato un diritto inalienabile.
Ma è davvero così? E' vero che il potere garantisce ai suoi cittadini la ricerca della felicità? In un articolo del giornale La Stampa, Maggioni e Pellizzari affrontano questo tema in ambito economico, sostenendo che "ognuno si dichiara soddisfatto in relazione a ciò che può realisticamente ottenere", inoltre si pongono addirittura il dubbio del perchè, nonostante il reddito pro capite sia cresciuto, gli europei non siano più contenti di 20 anni fà! Come si può pensare che l'essere umano possa raggiungere davvero lo stato di felicità assoluta in rapporto alle entrate di denaro. Si certo, ci sarà un momento di entusiasmo per il fatto di avere più beni materiali rispetto a un tempo passato, ma quest'entusiasmonon è certo ciò a cui l'uomo aspira.
Fortunatamente la storia ha avuto personaggi della portata di Robert Kennedy, famoso giornalista e fratello del presidente americano John F. Kennedy, uno dei pochi che affermava con decisione che il P.I.L. (prodotto interno lordo) di uno stato non misura certamente il livello di felicità del medesimo. Successivamente, poco tempo dopo aver pronunciato questo discorso, morì ucciso.
Dati questi pensieri, si incomincia a capire come gli stati, e le relative costituzioni, abbiano un concetto di felicità sbagliato, contorto, e perciò è bene porsi questa domanda: è vero che il potere garantisce ai suoi cittadini il perseguimento di essa? Si, della felicità economica! Quella che un pò tutti e un pò nessuno possono effettivamente raggiungere;  si può dire che gli stati danno almeno l'illusione e questo, come diceva il caro Leopardi, dona quello stato di felicità opacizzata, di enturiasmo irrefrenabile per ciò che potrebbe avvenire in un futuro.
In realtà, una volta diventati ricchi, l'uomo diventa nuovamente inappagato, spinto da interessi e sogni ancora più grandi e di difficile realizzazione. Fondamentalmente è ciò che il modello consumistico di questo sistema capitalista impone alle masse: "compra e sarai felice"; sa un pò di bufala, non trovate?
In realtà c'è qualcuno che una volta rotti tutti i legami con questa società, ha perseguito e ricercato realmente la suddetta felicità. Christopher McCandless, protagonista del film, tratto dalla sua vita, Into the Wild, non la pensava certamente come Bauman, che nel suo libro L'arte del vivere ha uguagliato la speranza di sfuggire all'incertezza con la felicità. Christopher pensava nettamente l'opposto; partito a piedi verso l'Alaska, affermava che la felicità dell'uomo sta nell'incertezza del suo futuro. Dopo una vita passata a viaggiare e a conoscere persone interessanti, morì di fame o di avvelenamento in un autobus nella solitudine più estrema che solo la narura selvaggia dell'Alaska poteva dare.
Ma allora, visti tutti questi esempi e queste esperienze, cosa può rendere felice l'uomo?
Difficile rispondere ad un quesito a cui probabilmente non è mai stata data risposta sin da quando l'attuale specie umana è nata. Ma riguardando le vite di personaggi proprio come Christopher McCandless, sembra evidente che l'unica felicità realizzabile, per l'uomo, corrisponde alla sua stessa ricerca.

Luca  Martis

sabato 19 gennaio 2013

Sabato all'insegna della musica

Non avendo avuto tempo e modo di pubblicare post importanti e di rilievo, questo sabato vi lasciamo con uno dei pezzi più particolari e più belli dei Muse. Tratto dall'album Black Holes and Reveletions, in questo live tenutosi a Wembley nel 2007, il gruppo ha dato, secondo il mio modesto parere, il loro più bel concerto!
Vi lascio con Knights of Cydonia!
Luca Martis

venerdì 18 gennaio 2013

Non credere a tutto quello che leggi

Salve a tutti anche da parte mia, il secondo ideatore di questo blog, Gianluca Caboni. Nei primi interventi di questo blog, ci sembra d'obbligo fare un paio di precisazioni. A nostro modo di vedere, le "Catene" di cui parliamo, sono ovviamente immaginarie e del tutto da verificare. Ignoranza e superficialità, però, sono elementi innegabili nella società moderna. Il nostro obbiettivo e darvi un parere, una considerazione e perché no, qualche suggerimento dettato principalmente da un metodo di osservazione il più oggettivo e neutrale possibile. Non dico che non faremo mai una critica o che non ci schiereremo mai in nessun caso, dico solo che dovrete sempre prendere con le molle tutto quello che vi diremo, anzi, più generalmente, diffidate sempre da tutto quello che il gigantesco mondo di internet vi mette sotto il naso. La rete passa giornalmente una quantità di informazioni pazzesca. Tra di esse sicuramente c'è la verità. Ma la quantità immane di dati fa si che la verità passi spesso inosservata. Non avremo mai la presunzione di dire che noi sappiamo la verità. Vi invitiamo pertanto a diffidare dal web, quando leggete qualcosa correte a verificarla con tutti i mezzi a vostra disposizione. In definitiva possiamo paragonare la rete a un mercatino orientale, pieno di cianfrusaglie inutili, magari belle da vedere, che però non hanno il minimo valore. Ma occhio, tra le cianfrusaglie inutili si nascondono oggetti di inestimabile valore.














Gianluca Caboni - @GianluCabon

Gli dei sono destinati a cadere

Tutti gli appassionati di sport e non, avranno sicuramente sentito parlare in questi giorni delle vicende legate al pluricampione di ciclismo Lance Armstrong. Per chi non fosse a conoscenza dei fatti, in due parole, Armstrong ha vinto 7 Tour De France (massima competizione ciclistica) e svariati altri premi, e recentemente è uscita fuori la notizia che in tutti i Tour, il "campione" abbia fatto uso di sostanze dopanti. Nella passata notte è stato soggetto di una lunghissima intervista a opera della famosissima Oprah Winfrey, nella quale ha confessato tutta la storia. Ovviamente l'argomento non è tanto di per se il mondo del doping, il ciclismo o il pentimento di un peccatore, il punto sulla quale mi vorrei focalizzare è un altro: Lance Armstrong è stato per molti appassionati di sport e non solo, un idolo, un eroe. Mettici anche una vittoriosa battaglia contro un cancro ai testicoli e una famiglia felice, Lance Armstrong era il prototipo di eroe moderno, uno che ce l'ha fatta. Un idillio stroncato e infangato nel giro di pochi giorni. Un esempio per molti, passato ad essere il modello da non seguire in pochissimo tempo. Se lo avessi avuto, avrei strappato il poster dalla mia cameretta, avrei pianto e sbattuto i piedi. Nello specifico non l'ho fatto, ma probabilmente qualcuno l'ha fatto.  Probabilmente una schiera di fan accaniti l'ha fatto sentendosi deluso da tale Lance Armstrong. E ora? Come facciamo a credere alle storie che ci raccontano? Gli eroi, gli esempi da seguire sono davvero come ci appaiono? O è solo un caso? E se Lionel Messi si dopasse? Michael Jordan? Michael Phelps? Usain Bolt? Eroi, sportivamente parlando, che magari sono creati a tavolino. Ma la verità viene a galla in un modo o nell'altro. E se i nostri sogni sono sotto controllo, pensate se non lo sono le nostre decisioni. Per molti è crollato un dio. Per molti la religione è uno sport. Ma lo sport dista molto dalla religione? Parafrasando "Fight Club" se per te Lance Arsmtrong era come un dio, questo cosa ti fa pensare di Dio stesso? Non sappiamo niente, ci danno qualcosa in cui credere, qualcosa in cui tifare e noi da bravi automi lo accettiamo. Pensate a chi per voi è una persona da rispettare, e chiedetevi quanto realmente sapete su quella persona.


Gianluca Caboni - @GianluCabon


Personaggi d'alt(r)a cultura

Salve a tutti, volevo condividere con voi questo video creato da me, in cui personaggi di una certa cultura parlano ed in cui si sviluppano alcune parti di film che, a mio parere, hanno un grande valore culturale. Il video non ha un fine ben preciso se non quello di godersi questi 11 minuti di idee e di pensieri.
Luca


lunedì 14 gennaio 2013

Prove generali

Salve a tutti, questo post non ha ragion d'essere, quindi non prendetelo troppo sul serio, perchè la sua esistenza è data dal fatto che, da quando abbiamo creato questo blog, non è stato pubblicato ancora niente. Parlo in prima persona plurale perchè gli autori sono due: Gianluca Caboni e me medesimo, Luca Martis. Perchè abbiamo dato questo nome alla nostra piccola finestra sul mondo? Ci sarebbero tante risposte a questa domanda, però il significato principale, quello da prendere in considerazione diciamo, è "rompere le catene dell'ignoranza e della superficialità" in modo tale da poter analizzare la realtà in tutte le sue sfaccettature. Proprio per questo, Break the Chain, avrà una moltitudine di temi, che vanno dalla musica al cinema, da temi di attualità, come la politica, a temi un pò meno attuali ma comunque interessanti, come la letteratura.
Insomma, questo blog cercherà di trattare ogni argomento non banale, in modo tale da provare a rompere seriamente quelle catene che ottundono la mente ad ognuno di noi.
Grazie per l'attenzione