giovedì 31 gennaio 2013

Inps: Pronto furto da 10 miliardi

La notizia è di questi giorni, è sta passando un po’ inosservata perché la nazione è distratta su fatti ben più interessanti quali l’arresto di Fabrizio Corona e l’acquisto da parte del Milan di Mario Balotelli. Eppure ben 10 miliardi di euro di contributi stanno per finire dritti nelle tasche dell’Inps. Ebbene si, ma guarda un po’, 10 miliardi di euro in un periodo di crisi profondissima faranno il magico passaggio dalle tasche nostre alle tasche loro. Come? Oh mio Dio, come è possibile, è una cosa vergognosa. È un furto, è illegale! Niente di illegale purtroppo. In virtù della riforma partorita dalla mente brillante del ministro Elsa Fornero, i diritti acquisiti verranno completamente ignorati. Cosa vuol dire? Vuol dire che gli anni di contributi necessari per ottenere la pensione sono passati da 15 a 20 in seguito a questa riforma, e coloro che rientravano nella legge precedente, che prevedeva appunto 15 anni, si sono ritrovati nel mezzo. Ora queste persone si trovano davanti a una scelta abbastanza complicata: continuare a lavorare per altri 5 anni o perdere completamente i fondi versati. Ovviamente le categorie che conteranno tra le loro fila i cosiddetti contribuenti silenti colpito saranno quelle degli ex lavoratori autonomi, lavoratori stagionali, precari, la classe lavorativa femminile, e i professionisti con una vita lavorativa abbastanza irregolare. La campagna elettorale impazza e tutti iniziano a promettere un diritto di restituzione dei contributi versati, ma il presidente dell’Inps ha dichiarato che in caso di restituzione l’intera istituzione Inps rischia il default. Insomma la situazione è decisamente spinosa, e anche stavolta la sensazione è che comunque andrà a finire, i danneggiati saranno solo i contribuenti. 
Gianluca Caboni - @GianluCabon

martedì 29 gennaio 2013

Cosa stiamo aspettando?


L’Italia è in caduta libera. Sono tempi bui, tra i più bui della nostra storia. Eppure l’immobilismo continua ancora a regnare sovrano. Siamo alle soglie di nuove elezioni politiche che propongono per l’ennesima volta due coalizioni che non sono altro che un accozzaglia di vecchi politici corrotti. Ma, come abbiamo già detto, non andare a votare non è una soluzione. Anzi, per quanto inutile potrà essere, una massiccia partecipazione alle elezione potrebbe essere la scintilla giusta. Dobbiamo dimostrare che il futuro della nostra nazione ci interessa. Cosa sarebbero i politici senza il popolo? È questo il concetto che non è chiaro a tutti. Frasi del tipo “Non voto, tanto fanno quello che vogliono” dovrebbero farci accapponare la pelle. Fanno quello che vogliono?! Lo fanno perché noi glielo lasciamo fare, molto semplice. Purtroppo il diritto e l’educazione civica nelle scuole non sono materie obbligatorie per tutti gli indirizzi perché sennò tutti quanti saprebbero che la classe politica, il governo, il parlamento e il presidente della repubblica (volutamente scritti in minuscolo) rispondono direttamente ai cittadini che esercitano questo potere attraverso il diritto di voto. Un diritto di voto per la quale i nostri nonni hanno combattuto e sono morti perché noi andassimo a votare, eppure noi sputiamo sui caduti per i nostri diritti ogni giorno. Ogni volta che preferiamo starcene a letto piuttosto che andare a manifestare in piazza sputiamo sulla memoria di chi è morto per i nostri diritti. La società moderna ha ucciso l’altruismo, siamo un popolo egoista e minimalista oltre l’inimmaginabile. Nessuno al giorno d’oggi è pronto a combattere per un ideale, combattere per la libertà. Siamo solo bravi a lamentarci sui social network. Il futuro è, e sempre sarà solo una conseguenza del presente. Prendiamo le cose buone dal passato e cambiamo il presente per avere un futuro migliore. Se il presente è buio e nessuno prova ad accendere la luce, il futuro non si prospetta di certo più luminoso. 

Gianluca Caboni - @GianluCabon

Espressività dimenticata.

Molto spesso, l'arte del parlare col corpo, e quindi il mimo, viene sottovalutata e ritenuta di secondo livello... ma non è assolutamente così. L'arte, essendo comunicazione astratta, può manifestarsi pienamente anche in questo tipo di espressione visiva; e proprio come un quadro di Picasso può comunicarci tutta la disperazione della guerra civile spagnola, anche l'arte del mimo può darci delle emozioni molto forti se si raggiunge il livello di sensibilità giusto.
Marcel Marceau (1923 - 2007) è stato una grande manifestazione di quest'arte, fortemente conosciuto anche per il fatto di aver inventato il famoso passo "Moonwalk", perfezionato poi dal cantante Michael Jackson. Attraverso il video che vi proporrò, in cui sono presenti vari sketch dell'attore, si può percepire quanto il corpo possa essere espressivo, quanto gli occhi possano trasmettere le varie sensazioni più particolari: disperazione, tristezza, ma anche felicità e senso di ironia. Insomma, si conferma che il mimo è un arte a 360 gradi!

 Luca Martis

domenica 27 gennaio 2013

Ridere fa bene!


Si sa, durante questi periodi di crisi, in cui sembra che tutto vada a rotoli ed in cui non si ha più fiducia in nessuno, una sana risata fa sempre bene. E quale risata è migliore di una fatta con un comico all'antica? George Carlin (1937-2008) è uno di quelli. Un comico che critica vari argomenti, anche tabù, sempre con quella comicità e quella gestualità che non verranno mai dimenticate. Il video che segue è un estratto dello show "Jamming in New York" ed è veramente esilarante; il suo fine è quello di accomunare tutte le persone descrivendo momenti e azioni imbarazzanti che tutti viviamo o facciamo, ma delle quali tacciamo perché proviamo vergogna.

Luca Martis


sabato 26 gennaio 2013

Barabba non può vincere di nuovo

Tra meno di un mese si andrà alle urne per decidere le sorti di questo stato allo sbando. Infatti il 24 e 25 febbraio del corrente anno ci saranno le nuove elezioni politiche. Secondo i recenti sondaggi si registra un numero di astenuti/indecisi intorno al 21,6% degli aventi diritti al voto. Tendenzialmente noi non crediamo ai sondaggi, ma stavolta basta guardarsi un po' attorno e parlare un po' con le persone per capire che i numeri se non sono quelli, sono molto vicini. Più di un quinto degli aventi diritto al voto non ha intenzione di votare. Chi non si presenterà direttamente ai seggi, chi si presenterà e si farà verbalizzare il voto bianco e chi andrà a pasticciare la scheda con messaggi tanto minatori quanto inutili. Ecco, queste cose sono in cima alle lista delle cose da NON fare in un periodo storico come questo. Lo sappiamo che l'attuale sistema elettorale fa schifo. Lo sappiamo che la maggior parte dei candidati sono vecchi corrotti attaccati alle poltrone. Ma non è con il menefreghismo che le cose cambieranno. Il 24 e il 25 andate a votare, ma attenzione, andate da soli a votare. Per da soli, non intendiamo fisicamente, ma mentalmente. Infatti, è risaputo, una persona scema onesto può fare molti più danni di un intelligente disonesto. Non andate a votare quello che vi dice papà, informatevi. Leggete i punti delle campagne elettorali. Informatevi su chi finanzia i partiti. Informatevi se i candidati di quella lista non abbiano già fatto danni altrove. Controllate se state votando un pregiudicato. Cercate tutti i collegamenti tra i vari partiti. Informatevi. Il voto di una persona informata ha comunque valore unitario, come quello di una persona non informata. Quello che, purtroppo, molta gente non capisce è che le sorti del futuro di questa nazione, e di conseguenza anche il proprio, ha un cruciale crocevia proprio nelle elezioni politiche. Non nascondiamoci dietro le ingiustizie del sistema. Non cerchiamo scuse per non schierarci, che voi votiate o meno, i rappresentati eletti governeranno anche voi. Non dobbiamo lavarci le mani, dobbiamo informarci e andare a votare. Barabba non può vincere di nuovo. 




Gianluca Caboni - @GianluCabon

venerdì 25 gennaio 2013

Manipolati dal neo-fascismo

Si pensa ormai che la libera informazione sia un valore completamente integrato nella società odierna, e che venga ritenuto come uno dei principi indissolubili della democrazia e della libertà. E' difficile trovare la persona che non sappia parlare del disgusto e dell'orrore che si prova verso la manipolazione d'informazioni e verso la propaganda estrema. Insomma, è risaputo che il consenso verso quel tipo di ideologia o quel particolare partito, al giorno d'oggi, non è modellato da nessun tipo di manipolazione paragonabile a quella dell'epoca fascista.
Durante la dittatura di Benito Mussolini, venne attuata una politica estremamente forte per quanto riguarda il consenso da parte delle masse. Il controllo dell'informazione era assicurato da enti come l'Istituto Luce per quanto riguarda il cinema e l'Eiar per quanto riguarda la radio. Inoltre la scuola e il controllo di organizzazioni quali l'Opera nazionale dopolavoro e la Gioventù italiana del littorio, garantivano al regime fascista la sicurezza di avere in mano l'opinione pubblica. Era molto importante anche la censura, legittimata dall'approvazione delle leggi fascistissime, verso i dissidenti che andavano profilandosi in quel periodo. Il caso dello scrittore e drammaturgo Sem Benelli ne è un esempio: dopo la rottura col regime a causa dell'omicidio Matteotti, le sue opere teatrali vennero perseguitate dalla censura fascista.
Tuttavia questa realtà, si rese solo in parte efficace per due motivi:
- gli italiani, una volta saputo che le comunicazioni erano soggette a intercettazioni e che comunque sia vi era un controllo molto stretto, impararono ad aggirare il sistema;  
- le autorità locali usavano questo metodo in maniera molto più docile e con più umanità.

Come in quel tempo si aveva la certezza, o almeno in parte, di essere sotto dittatura, anche oggi si ha la certezza di essere totalmente liberi. Ma, si è davvero certi di questo? No, non si ha la certezza. In fondo sappiamo che tutto ciò che viene trasmesso in televisione, o che è mandato alla radio o che si legge nei giornali sia frutto di propaganda e di controllo volta a fini di terzi, ma ne ignoriamo assolutamente l'importanza. Alla gente non importa se la manipolazione oggi sia più pressante e meno evidente del periodo fascista. La libera informazione sopracitata non ha alcun valore indissolubile per il popolo moderno; l'importante è che in un determinato canale si faccia informazione social-democratica e in un altro quella liberal-conservatrice!
Ma una soluzione c'è sempre. Internet è una fonte di informazioni incredibilmente preziosa se la si usa correttamente. E' neccessario armarsi di coraggio, cercare su internet notizie reali attraverso blog e siti affidabili, verificarne sempre la fonte e soprattutto avere senso critico per tutto.

Luca Martis

giovedì 24 gennaio 2013

Globalizzazione antidemocratica

Tutti ormai sanno che una delle più importanti protagoniste contemporanee è proprio la globalizzazione, grazie alla quale tutto il mondo riesce a comunicare e per la quale tutti i popoli di tutte le nazioni saranno uniti affinchè l'economia mondiale si sviluppi sempre di più, creando un mondo sempre più vivibile e con più benessere per tutti. Nonostante ciò, è sempre meglio chiedersi se questa sia la realtà o una pura immagine idilliaca, frutto dell'immaginazione di qualcuno.
Il mito della globalizzazione è stato propagandato come se fosse l'idea più geniale che i pensatori capitalisti abbiano mai partorito, illudendo inizialmente la popolazione che fosse una cosa benevola e soprattutto necessaria affinchè il mercato si sviluppasse sempre di più in un'ottica mondiale. Ma ciò che differenzia l'illusione dalla verità sta nel fatto che l'illusione non è reale. E' evidente che con questo non si nega il fatto che la globalizzazione non abbia portato benefici e benessere, no, tuttavia è bene mettere in evidenza ciò che ha tolto, che ha portato via non solo a noi ma bensì a tutto il mondo.
Innanzittutto molto sta in mano di pochi, ovvero una parte del globo, l'occidente, ha la maggior parte della ricchezza mondiale e, a sua volta, in occidente un numero esiguo di famiglie possiede tutta la ricchezza del mondo, basti pensare ai banchieri più potenti come i Rothschild o ai Rockefeller, mentre la maggioranza della popolazione è stremata economicamente da quest'ultima crisi in atto. Lo strapotere economico in mano a quest'elitè finanziaria porta, come conseguenza, ad una dittatura del mercato finanziario, che comporta ancora un'importante influenza sull'andamento della politica non solo mondiale, ma anche interna dei singoli Paesi; ciò che ne scaturisce è un'involuzione antidemocratica per quanto riguarda la politica di istituzioni come il Fondo monetario internazionale o la Banca mondiale.
Un altro aspetto ormai lasciato decadere nell'oblio ma comunque sia ancora molto importante è la distruzione delle varie realtà culturali locali, che come ben sappiamo, caratterizzavano tutta la penisola italica. Molto interessante a questo proposito è l'intervista fatta a Pier Paolo Pasolini: egli infatti osserva come il fascismo non abbia effettivamente portato a termine quel processo di omologazione che invece, nel giro di pochi anni, la società moderna, il capitalismo e la globalizzazione ha già portato a termine, distruggendo la tradizione, i valori e le realtà locali.
E' sorprendente il fatto di come certi economisti esaltino questo processo di globalizzazione alla TV, come il caso dell'ex ministro Tremonti, il quale durante una puntata di Annozero, ora Servizio Pubblico, inizialmente pareva titubare sulle modalità di attuazione di questo processo, definendo i pensatori di questa filosofia come dei "pazzi illuminati", ma dopo pochi minuti offrì considerazioni positive per la globalizzazione e spaventosamente antidemocratiche ad un pubblico ancora ignorante sull'argomento. Un metodo simile lo utilizzò anche Mario Monti, del quale si ricordano le numerose partecipazioni al Club Bilderberg e il suo lavoro alla famosa banca Goldman Sachs, quando venne nominato governante d'Italia, pronunciando le fatidiche parole "cessioni di parti di sovranità nazionali", un evento che ancora sconvolge i militanti della sovranità monetaria.
 Il popolo deve rendersi conto che quest'elitè non fa assolutamente i suoi interessi, ma bensì i propri, lanciando un sistema malato e privo di ogni interesse per il bene comune. Il popolo ha il dovere di informarmi realmente sulle politiche mondiali, capire che il fine ultimo della globalizzazione è arrivare ad un sistema di governo mondiale antidemocratico, ed infine ribellarsi.

Luca Martis

mercoledì 23 gennaio 2013

Velluto Blu


Oggi, purtroppo, per impegni scolastici ne io ne il mio socio abbiamo potuto pubblicare un intervento costruttivo sul blog. Siamo dispiaciuto per questo, ma vi assicuriamo che proveremo a scrivere post nella maniera più regolare possibile. Nonostante ciò anche oggi vi lasceremo con una pillola musicale niente male. La canzone di oggi è Blue Velvet, scritta nel 1963 da Bobby Vinton, storico cantautore americano che ottenne il suo successo a cavallo tra gli anni 60' e 70'. Questa è la sua canzone più celebre, anche grazie al suo utilizzo come colonna sonora dell'omonimo film scritto e diretto da David Lynch nel 1986. Nel film si dilettò in una cover l'attrice Isabella Rossellini, allora compagna del regista, durante una scena dentro il locale notturno Slow Club. Ripresa recentemente anche dalla famosa testimonial del noto negozio di abbigliamento H&M, Lana Del Rey, che ha regalato a questa nuova generazione una versione della canzone davvero imperdibile. Nonostante la bellezza di questa nuova versione, quella che vi proponiamo oggi è la versione originale, che, come quasi sempre accade, regala tutte le emozioni che le cover non danno.


Gianluca Caboni - @GianluCabon 


martedì 22 gennaio 2013

Quando l'anima diventa arte

Non sono un fan accanito del cantautore Jeff Buckley, e non so neanche precisamente cosa mi piace della sua musica; forse la sua interpretazione, la sua voce profonda ed incredibile, che potrebbe trasformare la semplice pietra in oro. Particolarmente interessante è la sua versione di Hallelujah in cui sembra spogliarsi della sua veste esteriore e rendere visibile la sua anima. Rispetto alla versione originale di Leonard Cohen, la ritengo migliore dal punto di vista espressivo, poichè trasmette quel senso di tristezza e di profonda malinconia. Il suo essere, la sua essenza, si immedesima con le emozioni a tal punto da diventare un tutt'uno. Ora, godetevi quest'opera d'arte!

Luca Martis



Il posto più pericoloso del mondo


Immaginate una gigantesca piazza, enorme, la piazza più grande che riuscite a immaginare, piena di persone, di tutti i sessi, di tutte le età, alcune mascherate, altre nude. Persone che non conoscete, persone che non avete mai visto. Ecco come sarebbe rappresentato nel mondo reale internet. E la descrizione è molto meno rosea di quanto non abbia appena descritto. Mandereste mai vostro figlio in un posto così? Avete presente quando nei posti affollati i genitori stringono forte le mani dei loro figli per evitare di farli perdere, o che vengano avvicinati da qualche sconosciuto, magari malintenzionato. Ecco in un posto così gliela stringereste sicuramente. Ma quale babysitter, io mio figlio lo lascio al pc e se ne sta buono tutto il giorno. Bambini di nemmeno dieci anni sono regolarmente iscritti al social network per eccellenza, Facebook. Internet di per se è il posto più pericoloso del mondo, e Facebook, essendo la piattaforma sociale più in voga del momento, riflette tutto il male delle ultime generazioni. Iscritti di ogni età, di ogni tipo, con ogni tipo di perversione girano per Facebook. Ora come non mai, il web, è diventato un quartiere malfamato da evitare se non sei abbastanza adulto da capire certi meccanismi. Non è un posto per bambini. Ma sono nati prima i bambini su internet o il traffico di materiale pericoloso in rete? Internet non è un posto per bambini, mi sembra chiaro il concetto. Il materiale pericoloso, che sia di natura violenta, pornografica o in un qualsiasi modo diseducativo, è sempre stato una componente di internet. Le probabilità che un bambino, girovagando per internet, si imbatta in un cadavere mutilato, un transessuale o una decapitazione sono molto più alte di quanto pensate. Fenomeni di cyberbullismo o pedofilia sono sempre più frequenti con l’avanzare del tempo. La gente si ostina, però, a negare l’evidenza. Questo mondo si muove principalmente online, la comunicazione è un arma di distruzione di massa. Come mettere in mano un’automobile a un bambino, l’utilizzo di internet da parte dei minori, risulta essere una scelta incredibilmente poco saggia. Bisogna sapersi muovere, bisogna saper evitare certi posti, bisogna saper visitare quelli giusti. Tutte cose che di sicuro un minore non è in grado di fare, almeno non senza una dovuta istruzione riguardo tale mondo. Stringete forte la mano dei bambini, il posto qui è molto affollato, la  maggior parte della folla è composta da persone poco raccomandabili e, fidatevi sulla parola, ci sono angoli così bui in questa piazza, che voi umani non potete neanche immaginare.

Gianluca  Caboni - @GianluCabon


lunedì 21 gennaio 2013

La scienza marcia del XXI secolo.

Il XXI secolo viene definito come l'era della tecnologia, in cui informatica e scienza giocano un ruolo importantissimo su questa società e progrediscono in una maniera tale che un individuo, nell'arco della sua vita, potrà assistere a dei cambiamenti netti e radicali. Basti pensare che 30 anni fa i telefonini ed i computer, che ora sono elementi quasi indispensabili per un giovane, non esistevano.
Insieme alla tecnologia, anche la scienza progredisce e si sviluppa, grazie all'opera di scienziati che mettono a frutto la loro intelligenza ed il loro ingegno al servizio dell'umanità. E' naturale pensare che fin qui, il tutto può sembrare abbastanza positivo, sino a che non si supera un limite nel quale l'invenzione o la scoperta non diventa nociva per l'umanità stessa, e non ci vuole molto per capire che quel limite è già stato superato da tempo. La corruzione della scienza ormai non è palese solo alle persone che hanno, come si suol dire, il prosciutto negli occhi. Tutto ciò bisognava capirlo già quando la prima bomba nucleare fu sganciata su Hiroshima e Nagasaki per sterminare le persone. Ed ora si creano armi peggiori, più efficaci e quindi più distruttive. Forse nei telegiornali non si parla delle armi batteriologiche, dei droni supersonici pronti ad uccidere migliaia di persone in un colpo solo.
Per non parlare della situazione nel campo energetico, in cui nuovi metodi di fare energia pulita sono letteralmente scartati, boicottati dalle grandi lobby solamente perché non avrebbero reso abbastanza denaro all'investitore, e qui non si parla di pannelli solari o energia eolica, ma bensì di fonti energetiche molto più importanti. Perché non si investono dei soldi sulla fusione fredda o sull'energia magnetica, nonostante abbiano prodotto risultati più che positivi? Ormai è chiaro che il potere sulla scienza non ce l'hanno gli stessi scienziati ma piuttosto le multinazionali, le lobby, insomma i ricchi.
Purtroppo non è risaputo da tutti il caso del genio Nikola Tesla: i suoi progetti di energia pulita e gratuita vennero prima scartati, poi addirittura denigrati dal suo stesso finanziatore, il possessore della famosa banca J.P. Morgan, poiché il popolo non poteva  acquistare semplicemente un'antenna per produrre energia perpetua. Dopo la sua morte, i servizi segreti statunitensi ripulirono la stanza d'albergo dove morì, ed ora i suoi progetti riposano in qualche cassetto del Pentagono...
Il problema di fondo qui è la speculazione, favorire sempre gli individui più ricchi a danno delle masse, come il caso della diffusione, che sfiora l'obbligo, degli O.G.M.
La prima azione per fermare queste persone dovrebbe venire dal popolo, cercare di boicottare ciò di cui l'umanità non ha bisogno, ed ovviamente anche gli scienziati dovrebbero abbandonare gli interessi materiali e scegliere con propria coscienza. Primo Levi scrisse in Covare il cobra: "non nasconderti dietro l'ipocrisia della scienza neutrale: sei abbastanza dotto da saper valutare se dall'uovo che stai covando sguscerà una colomba o un cobra o una chimera o magari nulla".
La scienza dovrebbe riconoscere le proprie colpe e cambiare strada, per costruire un futuro migliore per tutti.

Luca Martis


domenica 20 gennaio 2013

Che cosa rende l'uomo felice?

Nell'epoca del Romanticismo, Giacomo Leopardi sosteneva che l'uomo non può contrastare il suo stato effettivo di infelicità e che solo attraverso l'illusione e l'immaginazione può venir meno a quello stato e assaporare il gusto, almeno per un pò, della felicità. Ma nonostante ciò, nonostante l'arte e nonostante la reale bellezza della vita, l'uomo rimane infelice. Eppure la società moderna garantisce, almeno per quanto riguarda l'occidente, la ricerca della felicità, a cui l'umanità intera auspica, proprio come nel caso della dichiarazione d'indipendenza dei famosi Stati Uniti d'America del 1776, in cui il perseguimento della felicità è considerato un diritto inalienabile.
Ma è davvero così? E' vero che il potere garantisce ai suoi cittadini la ricerca della felicità? In un articolo del giornale La Stampa, Maggioni e Pellizzari affrontano questo tema in ambito economico, sostenendo che "ognuno si dichiara soddisfatto in relazione a ciò che può realisticamente ottenere", inoltre si pongono addirittura il dubbio del perchè, nonostante il reddito pro capite sia cresciuto, gli europei non siano più contenti di 20 anni fà! Come si può pensare che l'essere umano possa raggiungere davvero lo stato di felicità assoluta in rapporto alle entrate di denaro. Si certo, ci sarà un momento di entusiasmo per il fatto di avere più beni materiali rispetto a un tempo passato, ma quest'entusiasmonon è certo ciò a cui l'uomo aspira.
Fortunatamente la storia ha avuto personaggi della portata di Robert Kennedy, famoso giornalista e fratello del presidente americano John F. Kennedy, uno dei pochi che affermava con decisione che il P.I.L. (prodotto interno lordo) di uno stato non misura certamente il livello di felicità del medesimo. Successivamente, poco tempo dopo aver pronunciato questo discorso, morì ucciso.
Dati questi pensieri, si incomincia a capire come gli stati, e le relative costituzioni, abbiano un concetto di felicità sbagliato, contorto, e perciò è bene porsi questa domanda: è vero che il potere garantisce ai suoi cittadini il perseguimento di essa? Si, della felicità economica! Quella che un pò tutti e un pò nessuno possono effettivamente raggiungere;  si può dire che gli stati danno almeno l'illusione e questo, come diceva il caro Leopardi, dona quello stato di felicità opacizzata, di enturiasmo irrefrenabile per ciò che potrebbe avvenire in un futuro.
In realtà, una volta diventati ricchi, l'uomo diventa nuovamente inappagato, spinto da interessi e sogni ancora più grandi e di difficile realizzazione. Fondamentalmente è ciò che il modello consumistico di questo sistema capitalista impone alle masse: "compra e sarai felice"; sa un pò di bufala, non trovate?
In realtà c'è qualcuno che una volta rotti tutti i legami con questa società, ha perseguito e ricercato realmente la suddetta felicità. Christopher McCandless, protagonista del film, tratto dalla sua vita, Into the Wild, non la pensava certamente come Bauman, che nel suo libro L'arte del vivere ha uguagliato la speranza di sfuggire all'incertezza con la felicità. Christopher pensava nettamente l'opposto; partito a piedi verso l'Alaska, affermava che la felicità dell'uomo sta nell'incertezza del suo futuro. Dopo una vita passata a viaggiare e a conoscere persone interessanti, morì di fame o di avvelenamento in un autobus nella solitudine più estrema che solo la narura selvaggia dell'Alaska poteva dare.
Ma allora, visti tutti questi esempi e queste esperienze, cosa può rendere felice l'uomo?
Difficile rispondere ad un quesito a cui probabilmente non è mai stata data risposta sin da quando l'attuale specie umana è nata. Ma riguardando le vite di personaggi proprio come Christopher McCandless, sembra evidente che l'unica felicità realizzabile, per l'uomo, corrisponde alla sua stessa ricerca.

Luca  Martis

sabato 19 gennaio 2013

Sabato all'insegna della musica

Non avendo avuto tempo e modo di pubblicare post importanti e di rilievo, questo sabato vi lasciamo con uno dei pezzi più particolari e più belli dei Muse. Tratto dall'album Black Holes and Reveletions, in questo live tenutosi a Wembley nel 2007, il gruppo ha dato, secondo il mio modesto parere, il loro più bel concerto!
Vi lascio con Knights of Cydonia!
Luca Martis

venerdì 18 gennaio 2013

Non credere a tutto quello che leggi

Salve a tutti anche da parte mia, il secondo ideatore di questo blog, Gianluca Caboni. Nei primi interventi di questo blog, ci sembra d'obbligo fare un paio di precisazioni. A nostro modo di vedere, le "Catene" di cui parliamo, sono ovviamente immaginarie e del tutto da verificare. Ignoranza e superficialità, però, sono elementi innegabili nella società moderna. Il nostro obbiettivo e darvi un parere, una considerazione e perché no, qualche suggerimento dettato principalmente da un metodo di osservazione il più oggettivo e neutrale possibile. Non dico che non faremo mai una critica o che non ci schiereremo mai in nessun caso, dico solo che dovrete sempre prendere con le molle tutto quello che vi diremo, anzi, più generalmente, diffidate sempre da tutto quello che il gigantesco mondo di internet vi mette sotto il naso. La rete passa giornalmente una quantità di informazioni pazzesca. Tra di esse sicuramente c'è la verità. Ma la quantità immane di dati fa si che la verità passi spesso inosservata. Non avremo mai la presunzione di dire che noi sappiamo la verità. Vi invitiamo pertanto a diffidare dal web, quando leggete qualcosa correte a verificarla con tutti i mezzi a vostra disposizione. In definitiva possiamo paragonare la rete a un mercatino orientale, pieno di cianfrusaglie inutili, magari belle da vedere, che però non hanno il minimo valore. Ma occhio, tra le cianfrusaglie inutili si nascondono oggetti di inestimabile valore.














Gianluca Caboni - @GianluCabon

Gli dei sono destinati a cadere

Tutti gli appassionati di sport e non, avranno sicuramente sentito parlare in questi giorni delle vicende legate al pluricampione di ciclismo Lance Armstrong. Per chi non fosse a conoscenza dei fatti, in due parole, Armstrong ha vinto 7 Tour De France (massima competizione ciclistica) e svariati altri premi, e recentemente è uscita fuori la notizia che in tutti i Tour, il "campione" abbia fatto uso di sostanze dopanti. Nella passata notte è stato soggetto di una lunghissima intervista a opera della famosissima Oprah Winfrey, nella quale ha confessato tutta la storia. Ovviamente l'argomento non è tanto di per se il mondo del doping, il ciclismo o il pentimento di un peccatore, il punto sulla quale mi vorrei focalizzare è un altro: Lance Armstrong è stato per molti appassionati di sport e non solo, un idolo, un eroe. Mettici anche una vittoriosa battaglia contro un cancro ai testicoli e una famiglia felice, Lance Armstrong era il prototipo di eroe moderno, uno che ce l'ha fatta. Un idillio stroncato e infangato nel giro di pochi giorni. Un esempio per molti, passato ad essere il modello da non seguire in pochissimo tempo. Se lo avessi avuto, avrei strappato il poster dalla mia cameretta, avrei pianto e sbattuto i piedi. Nello specifico non l'ho fatto, ma probabilmente qualcuno l'ha fatto.  Probabilmente una schiera di fan accaniti l'ha fatto sentendosi deluso da tale Lance Armstrong. E ora? Come facciamo a credere alle storie che ci raccontano? Gli eroi, gli esempi da seguire sono davvero come ci appaiono? O è solo un caso? E se Lionel Messi si dopasse? Michael Jordan? Michael Phelps? Usain Bolt? Eroi, sportivamente parlando, che magari sono creati a tavolino. Ma la verità viene a galla in un modo o nell'altro. E se i nostri sogni sono sotto controllo, pensate se non lo sono le nostre decisioni. Per molti è crollato un dio. Per molti la religione è uno sport. Ma lo sport dista molto dalla religione? Parafrasando "Fight Club" se per te Lance Arsmtrong era come un dio, questo cosa ti fa pensare di Dio stesso? Non sappiamo niente, ci danno qualcosa in cui credere, qualcosa in cui tifare e noi da bravi automi lo accettiamo. Pensate a chi per voi è una persona da rispettare, e chiedetevi quanto realmente sapete su quella persona.


Gianluca Caboni - @GianluCabon


Personaggi d'alt(r)a cultura

Salve a tutti, volevo condividere con voi questo video creato da me, in cui personaggi di una certa cultura parlano ed in cui si sviluppano alcune parti di film che, a mio parere, hanno un grande valore culturale. Il video non ha un fine ben preciso se non quello di godersi questi 11 minuti di idee e di pensieri.
Luca


lunedì 14 gennaio 2013

Prove generali

Salve a tutti, questo post non ha ragion d'essere, quindi non prendetelo troppo sul serio, perchè la sua esistenza è data dal fatto che, da quando abbiamo creato questo blog, non è stato pubblicato ancora niente. Parlo in prima persona plurale perchè gli autori sono due: Gianluca Caboni e me medesimo, Luca Martis. Perchè abbiamo dato questo nome alla nostra piccola finestra sul mondo? Ci sarebbero tante risposte a questa domanda, però il significato principale, quello da prendere in considerazione diciamo, è "rompere le catene dell'ignoranza e della superficialità" in modo tale da poter analizzare la realtà in tutte le sue sfaccettature. Proprio per questo, Break the Chain, avrà una moltitudine di temi, che vanno dalla musica al cinema, da temi di attualità, come la politica, a temi un pò meno attuali ma comunque interessanti, come la letteratura.
Insomma, questo blog cercherà di trattare ogni argomento non banale, in modo tale da provare a rompere seriamente quelle catene che ottundono la mente ad ognuno di noi.
Grazie per l'attenzione